L’attacco allo Stato raccontato agli studenti da Armando Spataro

Dalla scuola

Classe IIA Liceo Classico

Incontro con il magistrato in prima linea durante gli anni di piombo nell’ambito del progetto “La Giustizia adotta la scuola”

Terrorismo nero, terrorismo rosso, terrorismo mafioso: negli anni di piombo stragi, bombe, attentati mirano a colpire lo Stato per destabilizzarlo e minarne le fondamenta democratiche. Armando Spataro, ex magistrato che la guerra al terrorismo la ha vissuta in prima persona, si rivolge ai ragazzi per raccontare un’epoca e sensibilizzare le giovani generazioni verso i fenomeni che, ancora oggi, rappresentano una minaccia alle libertà assicurate dallo Stato democratico.

L’incontro on line, a cui ha partecipato anche il liceo Julia con le classi IIA e IVA del classico, e IVA, IVB, IVC dello scientifico, si è svolto il 23 aprile nell’ambito delle iniziative della Fondazione “Occorsio” per il progetto “La Giustizia adotta una scuola”, che mira a far conoscere agli studenti gli anni di piombo e, in particolare, la figura di Vittorio Occorsio, il magistrato ucciso dai terroristi di destra. Armando Spataro ha provato a ripercorrere quegli anni segnati da attentati di diversa matrice, soffermandosi a spiegare le differenze  ideologiche tra terrorismo nero e terrorismo rosso, forme di eversione estrema che convergevano nel voler instaurare una dittatura con mezzi diversi: il terrorismo di destra agiva attraverso stragi e bombe, mentre il terrorismo rosso colpiva singoli esponenti dello Stato. 

Spataro ha ricordato come fino al 1978, anno dell’assassinio di Aldo Moro, la lotta al terrorismo non ebbe strumenti efficaci. Ciò portò molti magistrati, tra cui lo stesso Spataro e Guido Galli, a decidere di istituire un gruppo autonomo per scambiarsi notizie. Il loro impegno portò alla creazione di un nucleo speciale guidato dal generale Dalla Chiesa con il compito di studiare le strategie di  attacco al terrorismo. Nacque così la “Legge sui pentiti”, votata dal Parlamento nel 1982, che inaspriva le condanne per terrorismo e introduceva riduzioni di pena per i pentiti. Un provvedimento decisivo nella lotta contro i gruppi armati perché spingeva quanti si volevano allontanare dall’eversione a collaborare con i magistrati. Come Carlo Fioroni, uno dei primi pentiti le cui dichiarazioni furono raccolte proprio da Armando Spataro. Con i nuovi strumenti a disposizione i magistrati riuscirono a infliggere colpi decisivi al terrorismo, che era già entrato in crisi per la perdita del consenso sociale di cui aveva goduto negli anni ‘70.

L’incontro con Spataro ha riportato al centro la riflessione sulla giustizia e sull’importanza della legalità per il buon funzionamento della società. In questo fondamentale è il ruolo dei magistrati. E’ stato lo stesso Spataro a ricordare una lettera scritta da Guido Galli: “Non sono interessato ad un lavoro che mi dia risorse economiche, sono interessato a un lavoro che mi consenta di fare qualcosa per gli altri”. Una testimonianza che richiama al dovere di compiere con dedizione il proprio lavoro, proprio come i magistrati che rischiavano, e rischiano, la propria vita pur di far rispettare la democrazia e lo Stato.