Malika, odiata dalla famiglia per un amore “diverso”

Attualità L'opinione

“L’altra gente ha figli normali, non uno schifo come te”. “Sei uno schifo, lesbica, se ti vedo ti ammazzo”. Sono  alcuni dei messaggi che ha ricevuto Malika sul suo telefono in questi mesi. Partiti dal solito odiatore seriale? Da uno stalker? Da chi ha eletto la discriminazione sessuale a propria missione sulla terra? No. A spedire i messaggi, la madre della ragazza. Il motivo di tanto odio? Malika, una giovane di 22 anni, è fidanzata con un’altra donna.
Dopo aver iniziato la frequentazione con quella che è attualmente la sua compagna, ad inizio gennaio Malika ha preso coraggio e in una lunga lettera ha deciso di aprirsi con i suoi familiari. La risposta è arrivata subito ma non è stata quella che lei si aspettava: una serie di note vocali su Whatsapp, in cui è stata insultata e minacciata di morte ed infine cacciata da casa.
La giovane si è trovata all’improvviso senza genitori e senza un tetto ed ha pensato di rivolgersi all’unica persona che, secondo lei, poteva darle conforto in quel momento, suo fratello,  che invece di aiutarla ha minacciato di tagliarle la gola.
Malika il 19 gennaio ha denunciato i suoi genitori e quando si è presentata davanti al portone di quella che era la sua casa, insieme ai carabinieri, per riavere indietro almeno i suoi vestiti ha trovato soltanto una serratura cambiata e sua mamma che negava di conoscerla.
Malika è solo una fra tanti, tanti ragazzi che ancora oggi vengono insultati, minacciati e aggrediti soltanto perché amano ed è proprio a loro, quelli che hanno una storia simile alla sua a cui Malika vuole parlare e dire: “Non vergognatevi per chi siete e per chi amate. Non è mai un delitto l’amore”.