Negli ultimi anni, il tema del polo unico scolastico è emerso come una soluzione “efficiente” per accorpare scuole in territori caratterizzati da un calo demografico. Tuttavia, dietro la praticità di questa scelta, si nascondono problematiche significative che minano il diritto all’istruzione.
Le scuole rappresentano non solo luoghi di apprendimento, ma anche pilastri fondamentali della vita culturale di una popolazione.
La creazione di un polo unico scolastico comporta problematiche di varia natura per tutti i soggetti della comunità scolastica: studenti, famiglie, docenti e personale.
Un polo unico scolastico implica una gestione che fatica a rispondere alle esigenze specifiche dei singoli indirizzi, penalizzandone la peculiarità. Inoltre, l’organizzazione didattica e amministrativa di un istituto di oltre 1300 alunni risulta estremamente complessa e poco produttiva.
Dietro il progetto del polo unico scolastico si cela spesso una visione puramente economica della scuola, visione che punta a ridurre i costi piuttosto che a migliorare la gestione educativa e la formazione degli studenti.
Questa logica ignora che l’istruzione è un investimento per il futuro e non un costo da tagliare e ciò può essere disastroso per la formazione delle nuove generazioni.
In conclusione, il polo unico scolastico rappresenta una scelta che sacrifica il benessere degli studenti e la qualità dell’istruzione. È fondamentale promuovere un modello di scuola che metta al centro le persone e il diritto a un’istruzione equa e accessibile per tutti.
Le scuole non sono fabbriche da ottimizzare, ma luoghi di crescita, cultura e futuro.