Manuale di sopravvivenza per studenti disperati: parte 3

Dalla scuola Notizie
  1. Strategie per la ricreazione: il momento sacro
    La ricreazione, amici miei, è la vera oasi nel deserto. È l’unico momento in cui le anime dei poveri studenti possono finalmente respirare e sentire che la vita ha un significato. Cosa fare in questi pochi minuti di libertà assoluta? Ecco le scelte più gettonate, con annessi drammi:
  • Correre al bar: la corsa è inevitabile. Non puoi aspettare, il bar è il tuo grande amore, la tua salvezza. È l’unico posto dove il caffè è così forte che quasi ti fa pensare di essere pronto a fare l’esame di maturità senza preparazione. E se qualcuno ti chiede “Hai fatto merenda?”, tu rispondi con un “No, sto solo cercando di essere una persona funzionale”.
  • Finire i compiti: A questo punto la parola “compiti” è un insulto. Ma tu, coraggioso guerriero, hai deciso di sfidare l’ineluttabile. Ogni volta che guardi quei compiti, speri che la matematica si trasformi in arte astratta. Scrivi numeri senza senso, e speri che qualcuno creda che hai creato una nuova teoria.
  • La pennichella strategica di 5 minuti: l’operazione “sonno lampo”. È un tuffo in un mondo che non ha nemmeno il tempo di diventare un sogno, ma sembra che tu sia morto e resuscitato in un altro universo. E la foto scattata da un amico mentre sembri un cadavere in un film horror diventa la tua nuova foto profilo. Ma chi se ne frega, almeno sei riposato… forse.
  1. Le verifiche: quando la vita diventa davvero difficile
    Le verifiche sono l’unica cosa che riesce a rovinare anche la giornata più bella. Arrivano all’improvviso, ti colpiscono come un camion, e ti lasciano stordito, con la sensazione di aver appena fatto il giro di tutte le montagne russe esistenti. Ma come prepararsi a questi mostri? Ovviamente, come segue:
  1. Metodo “STUDENTE MODELLO”: studiare in anticipo, organizzarsi, avere tutto sotto controllo. Ah, e poi, naturalmente, niente di tutto ciò è mai successo. Il piano è sempre quello di essere un supereroe della preparazione, ma nella realtà, entri in modalità “crisi esistenziale” appena il libro ti fissa negli occhi.
  2. Metodo “Studio last minute”: ovvero, assorbire il contenuto in 10 minuti, un po’ come se fossi un aspirante robot umano capace di leggere a velocità supersonica e memorizzare qualunque cosa in tempo record. Ma, alla fine, ti ricordi solo che “L’Italia è una penisola” e ti viene il panico che ti abbiano chiesto qualcosa di più complesso, tipo come funziona la formula chimica della pizza.
  3. Metodo “Affidarsi alla sorte”: la mia scelta preferita. Apri il libro, leggi una riga del capitolo, ti senti ispirato, e speri che l’universo ti faccia un favore chiedendo proprio quella riga. Risultato? Probabilmente l’unica cosa che hai letto è la data di pubblicazione del libro, ma chi se ne importa. È tutta una questione di probabilità. O magari è solo una questione di… magia? (Spoiler: no, non è magia. È panico.)
  1. L’ultima ora di lezione: la prova più dura
    L’ultima ora di lezione è il lato oscuro della scuola. Il tempo smette di esistere. Il concetto di “orologio” viene riscritto da un’entità malvagia che vuole che tu soffra. Ogni minuto diventa un’ora, e tu non fai altro che sperare in un miracolo. Quali sono le migliori tattiche per affrontare questa tortura?
  • Contare i minuti: un classico. Ma attenzione, ogni minuto che passa ti fa pensare che qualcuno abbia invertito i tasti del tempo e che tu stia vivendo la giornata più lunga della tua vita. A questo punto, cominci a chiederti se la Terra stia ruotando più lentamente o se, semplicemente, tu stia intrappolato in un paradosso temporale.
  • Fare liste mentali su cose più interessanti della lezione: parliamo di cose come “cosa mangerei se avessi 5 milioni di euro” o “cosa farei se mi trovassi su un’isola deserta con solo un cocco e una corda”. La lezione diventa solo il rumore di sottofondo. L’unica cosa che ti fa sentire vivo è la speranza di non essere catturato dalla prof con uno sguardo da “non stai ascoltando una parola di quello che dico, vero?”
  • Guardare fuori dalla finestra e sperare che i tuoi pensieri non siano troppo evidenti, ma in realtà stai solo immaginando di essere in un film di spionaggio, con la finestra come il tuo “punto di fuga”. La tua mente è più lontana della Terra stessa.
  1. Il suono della campanella
    Il suono della campanella è il segnale dell’apocalisse scolastica. Non importa se la giornata è andata benissimo o è stata una tragedia, quel suono è il tuo riscatto. È la chiave per la libertà! Gli studenti scattano come se fossero sotto attacco, correndo in una fuga da film d’azione. Più veloci di un treno, più agili di un ninja, il tuo unico obiettivo è NON ESSERE INVESTITO dal fiume umano che si riversa fuori dalla scuola.
    I professori, dal canto loro, ti guardano con un’espressione che dice “Non sono pagato abbastanza per questo”, ma anche loro sono felici di essere finalmente liberi. La vera “battaglia” è uscire vivi dalla porta principale senza perdere un pezzo di dignità. La scuola ti ha sfidato, ti ha messo alla prova, e alla fine… tu sei ancora qui. E sì, ti senti come se avessi appena conquistato l’Everest.

Sopravvivere alla scuola è un’arte che pochi riescono a padroneggiare. Serve forza mentale, un senso dell’umorismo indistruttibile e, soprattutto, la capacità di ridere del caos che ti circonda. Nonostante tutto, ogni giorno scolastico è un’avventura epica, e anche se ti sembra di essere intrappolato in un circolo vizioso di verifiche e compiti, in fondo lo sai: sarà una storia che racconterai per sempre.

Ora, giovane sopravvissuto, afferra la tua tazza di caffè, apri la tua borsa e affronta il mondo. O, almeno, la prossima ora di lezione. Forse non vincerai ogni battaglia, ma almeno sarai la persona che ha riso per prima. E quella è già una vittoria.

Dèsirèe Ranaldi, Gaia Bua, Ester Mema, Maria Sulfaro, Andrea Popa

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