Lettera alla comunità scolastica

Dalla scuola

Alle famiglie

Agli alunni

Al personale

 

Sono giorni davvero difficili per la nostra comunità.

Siamo stati investiti da una tempesta che ha portato con sé un’ondata incontenibile di emozioni: rabbia, delusione, frustrazione, impotenza ma anche sentimenti di solidarietà, comprensione, sofferenza verso coloro che sono stati catapultati, pur non volendolo, in una situazione che ha dell’incredibile e che ha lasciato tutti storditi e confusi.

Siamo stati, però, anche travolti dall’affetto e dalla vicinanza di tanti che credono ancora nella comunità scolastica, nella Scuola, e non la aggrediscono, non puntano il dito alla ricerca di un colpevole a tutti i costi. Sono tanti i genitori e gli esperti che hanno offerto il loro supporto per sostenere gli studenti con la loro professionalità e competenza in questo frangente di incertezza e grande turbamento, comprendendo perfettamente che questo non è il momento per recriminare, ma di agire con azioni concrete di recupero e sostegno.

Si è letto sulla stampa che la Scuola non ha assunto una posizione. Questa affermazione risulta quanto mai pleonastica, poiché la Scuola ha una posizione ben definita e consolidata costituzionalmente e dalla legge ed è quella di essere baluardo dell’istruzione e dell’educazione, della libera scelta delle famiglie e del successo formativo degli alunni. Questa è l’unica posizione possibile, non ne esistono altre.

Le azioni che l’istituzione scuola può e deve intraprendere sono di tutela e garanzia per tutti gli studenti, senza alcuna distinzione, operando secondo corrette ed imparziali valutazioni, evitando di agire in preda allo sdegno, alla rabbia o alla compassione.

Quali siano stati i ruoli rivestiti dai nostri ragazzi, sia che siano stati vittime e sia che siano stati carnefici, a noi non è dato di giudicare, a questo provvederanno le autorità preposte. In questo momento sono da considerarsi tutti vittime dei social, di queste comunità online tanto allettanti quanto pericolose. Ora che abbiamo imparato a conoscere questo nuovo pericolo, il deepfake, troveremo anche i modi per combatterlo e contrastarlo con efficacia.

Attribuire all’Istituto colpe che non ha, non servirà a cancellare né a modificare il passato. L’accanimento mediatico fa male a tutti noi, in primis ai minori e soprattutto non aiuta ad alleviare il peso dello smarrimento per alcuni e della mortificazione per altri.

Le vittime non sono sole e dispiace leggere che si sentano abbandonate dalle istituzioni, soprattutto viste le tante iniziative di sostegno che sono state pianificate in questi giorni con la condivisione anche delle famiglie e che avranno luogo da adesso fino alla fine dell’anno o finché ce ne sarà bisogno. Saranno momenti di incontro, di formazione, di vicinanza e di intenti comuni, organizzati con l’aiuto delle Autorità, dell’Ente locale, delle associazioni, degli studenti e dei tanti genitori e docenti che si sono messi a disposizione con grande spirito di solidarietà e appartenenza.

Mi ritrovo spesso a pensare alla frase pronunciata recentemente da una delle mamme della nostra comunità: “Questi ragazzi sono i figli di tutti”. Abbiamo il dovere di guidare questi nostri figli, di indirizzarli se hanno sbagliato, di recuperarli se si son lasciati deviare, così come abbiamo il dovere di sostenere e proteggere chi soffre, chi brancola nell’incertezza di quel che accadrà, colpito e deluso nella profondità del proprio essere.

Distintamente

Il Dirigente Scolastico

Maria Brunetti