La leggenda di Babbo Natale

Cultura Dalla scuola

In ordine cronologico, le prime tracce di un fac-simile di Babbo Natale risalirebbero addirittura ai tempi degli antichi greci: il primo portatore di doni nel periodo natalizio, che coincide più o meno con il solstizio d’inverno, sarebbe stato niente di meno che Poseidone, il dio dei mari. Altre leggende sono legate a Odino, dio supremo dell’antica religione nordica, che portava doni a bordo di una slitta trainata da un cavallo volante.

Le prime tracce cristiane, invece, dimostrano che il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di San Nicola di Bari, vissuto nel IV secolo, vescovo di Myra in Turchia, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre. San Nicola viene considerato il protettore dei bambini: secondo la tradizione, quest’ultimo, commosso dalla sorte di tre ragazze povere che il padre meditava di far prostituire, per tre notti gettò loro attraverso la finestra aperta sacchi d’oro, simboleggiati nell’iconografia con palle d’oro, come dote per farle sposare e, in un’altra occasione, salvò tre fanciulli.

Il suo rapporto speciale con i bambini nasce da una storia medievale: una notte, tre ragazzi chiedono ospitalità in una locanda; l’oste e sua moglie li accolgono volentieri perché hanno finito la carne in dispensa, poi li fanno a pezzi con l’accetta e li mettono in salamoia. Finito il massacro, san Nicola bussa alla porta e chiede un piatto di carne. Al rifiuto dell’oste si fa portare in dispensa, dove estrae dalla salamoia i tre giovani, vivi e vegeti. Il racconto  cristianizzato circolava prevalentemente nelle scuole ecclesiastiche dove, tuttora, si racconta la storia di questo generoso portatore di doni ai più poveri.

La storia e la devozione per san Nicola è molto diffusa anche in due città italiane: Bari e Venezia. Dopo la caduta di Myra in mano musulmana, nel 1087 i baresi fecero una spedizione in quella città. Le reliquie, cioè le ossa, del santo, erano parte del bottino. Le spoglie di San Nicola di Mira vennero poi trasferite a Bari dove fu costruita una Basilica in suo onore. Circa 10 anni dopo anche i veneziani puntarono su Myra e recuperarono altre ossa, lasciate dai baresi nella fretta, che trasportarono nell’Abbazia di San Nicolò del Lido. Anche il dubbio se il San Nicola di Bari fosse lo stesso San Nicola di Venezia é stato sciolto nel 1992 con le analisi del Dna, che hanno stabilito che i resti appartengono alla stessa persona.

Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo personaggio con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). L’usanza è ancora presente nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige): la notte del 5 dicembre in groppa al suo cavallino fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.

Nei Paesi protestanti San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus e i festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale. Questo nuovo Santa Claus ebbe successo e, dagli anni Cinquanta, conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale. A differenza di Babbo Natale, però, San Nicola è realmente esistito, nonostante sia una figura avvolta nel mistero.

Nonostante Babbo Natale fosse stato rappresentato con un vestito rosso già in precedenza, l’azienda della Coca-Cola, ha aiutato a creare l’immagine del moderno Babbo Natale per le sue pubblicità: l’uomo sorridente e paffuto con la barba bianca, disegnato da Haddon Sundblom. Prima di allora Babbo Natale era stato disegnato in vari modi e a culture diverse corrispondevano rappresentazioni diverse. Poteva essere infatti un elfo o un folletto, oppure un omone anziano con una lunga barba bianca. Babbo Natale come il Grinch? Incredibile, ma vero.

Negli ultimi anni si è ampliata la credenza per tutti gli abitanti europei, secondo la quale Babbo Natale, il personaggio fantastico più amato dai bambini, viva proprio in Lapponia. Il vecchietto in rosso abiterebbe in un villaggio, chiamato ovviamente, a fini esclusivamente turistici, Santa Claus Village o anche Santa Park.